Educazione per un futuro libero dei bambini cristiani del Pakistan
Il 15 febbraio 2012 Altrimenti ha presentato – all’Assessorato alla Solidarietà Internazionale della Provincia Autonoma di Trento – domanda di contributo (nell’ambito “microazioni di cooperazione allo sviluppo”) per il progetto “Educazione per un futuro libero dei bambini cristiani del Pakistan”, che si pone l’obiettivo di permettere ai bambini in età scolare di una piccola comunità cristiana di Karachi di frequentare il primo anno di scuola.
Purtroppo le comunità cristiane presenti nel Paese sono di fatto emarginate dalla vita sociale, politica ed economica; questo fa sì che gli adulti non trovino che lavori mal retribuiti, riuscendo a malapena a guadagnarsi da vivere. In questo modo non rimane nulla da investire nell’istruzione dei propri figli: le scuole, sia quelle statali musulmane che quelle private, per la maggior parte gestite da congregazioni cattoliche, risultano inaccessibili per l’elevato costo della retta; tant’è che il 95% dei bambini figli di cristiani non frequenta le scuole.
I bambini risultano così privati della possibilità di ricevere un’adeguata istruzione e di poter migliorare la propria condizione. Il finanziamento di questo progetto, andando a coprire i vari costi (stipendio insegnanti, vitto bambini, attrezzature e materiali scolastici, affitto scuola, utenze, ecc.) garantirebbe a circa 30 di questi bambini di accedere all’istruzione frequentando il primo anno di scuola. A conclusione di questo primo anno, si vorrebbe arrivare ad essere in grado di sostenere i successivi anni di scuola primaria. Infatti, l’ambizione dell’organizzazione “Light House Christian Ministry” – partner locale del progetto – è quella di riuscire a coinvolgere altre realtà, pakistane e non, le quali, spinte e incoraggiate dalla riuscita della prima fase, sostengano anche le fasi successive e/o riproducano il modello in altre comunità cristiane vicine.
Si tratta di un progetto pensato e sviluppato proprio in questi ultimi giorni su stimolo del Pastore J. L., profugo dal Pakistan, ora domiciliato a Trento e in attesa di asilo politico per motivi di persecuzione religiosa.
Se formalmente le leggi pakistane concedono ai cristiani una considerevole libertà di gestire le loro chiese, tuttavia, di fatto, le minacce di morte sono una routine per i leader cristiani (come nel caso del Pastore evangelico menzionato); anche le percosse sono comuni e i danneggiamenti alle proprietà delle chiese avvengono regolarmente.
Un dato tragicamente interessante riguardo al Pakistan ci viene fornito proprio in questi giorni da Porte Aperte, organizzazione internazionale al servizio dei cristiani perseguitati. Porte Aperte raccoglie ogni anno grandi quantità di dati per stilare la World Watch List, una sorta di classifica dei Paesi dove esistono forme di discriminazione e/o persecuzione a danno dei cristiani. La World Watch List 2012 (riferita al 2011) segnala che “un consistente peggioramento per i cristiani si registra in Pakistan, che entra di fatto nella Top 10”. Rispetto al 2010, il Pakistan sale infatti dall’undicesimo al decimo posto della classifica.
Per approfondimenti in merito a questo tema si consigliano i siti internet qui di seguito riportati:
– http://www.porteaperteitalia.org/persecuzione/country_profile/pakistan/
– http://www.avvenire.it/cultura/pagine/bhatti-pakistan.aspx
Anche l’ultimo rapporto del “United States Commission on International Religious Freedom” esprime grande preoccuapazione per la situazione dei cristiani in Pakistan.
Annual report 2011 – US Commission on International Religious Freedom